a cura di di Cristina Piccinotti (Rubrica DOVE del Corriere della Sera) – 17 Luglio 2024
Un weekend tra i piccoli borghi della provincia di Potenza, nel cuore rurale della Basilicata. Da Castelmezzano a Pietrapertosa, da Acerenza a Pietragalla. Fino a Brindisi Montagna, dove nel Parco rurale e ambientale della Grancia è ripartita la stagione estiva.
Inizia così un viaggio-weekend nell’entroterra rurale della Basilicata, tra i piccoli borghi della provincia di Potenza e una grande natura. È dove anche la pietra parla.
Nel cuore dell’entroterra lucano
Sono gioielli circondati da una natura che cambia colore a ogni stagione. Dominano, arroccati su speroni di roccia o incuneati tra le aspre guglie di arenaria delle Dolomiti Lucane, dette le “piccole” se paragonate a quelle trentine.
Sono borghi autentici in cui si scopre subito la viscerale ospitalità dei lucani. Gente accogliente e gentile, sempre disponibile, che incarna e racconta l’unicità della propria terra con fierezza e orgoglio, senza eccessi. Ed è impossibile non farsi travolgere dal loro entusiasmo.
Di borgo in borgo
Da Castelmezzano e Pietrapertosa, dirimpettai separati da svariate curve e chilometri via terra, distanti poco più di un minuto in volo, ad Acerenzae Pietragalla, custode di un set fantasy d’altri tempi. Passando per Brindisi Montagna con il suo intrico di viuzze, la piazzetta, luogo di ritrovo cittadino, il parco giochi per i bambini e il castello, restituito alla comunità dopo anni di restauro.
Alle spalle della torre semi diroccata, la Foresta della Grancia è un prodigio della natura: 50 ettari di vegetazione, di cui 12 protetti entro i confini del primo Parco rurale e ambientale d’Italia.
Dall’alto del castello si vede l’anfiteatro in cui va in scena d’estate il cinespettacolo La storia bandita, rappresentazione del brigantaggio meridionale e delle vicende familiari di Carmine Crocco, tra i briganti più noti del periodo risorgimentale. E più in là, l’ex convento dei monaci Benedettini, l’area della falconeria e quella destinata ai laboratori del gusto.
Viaggio lento tra i borghi lucani
Da un borgo all’altro si va per la Lucania a ritmo lento su strade statali che sono cantieri perenni e per tornanti che si avvitano a spirale intorno a montagne e colline. Mentre dal finestrino scorre un paesaggio dolcemente modellato da campi di grano e prati verdi di erba medica, trifoglio, lupinella, sulla (una pianta foraggera).
Sparse sui pendii e diventate ormai parte dell’arredo rurale, le pale eoliche trasformano in energia utile la forza del vento e danno a chi le osserva la misura dell’intensità e della forza con cui soffia.
In volo tra le Dolomiti Lucane
Qui le chiamano l’aquila reale, l’incudine, la civetta, la bocca del leone per le loro forme insolite (si chiama pareidolia l’attitudine a vedere “ciò che non c’è”). Sono nomi di fantasia dati alle cime delle Dolomiti Lucane forgiate nei millenni da pioggia, gelo e vento.
Svettano nel territorio dei comuni di Castelmezzano e Pietrapertosa, custodiscono un habitat popolato da esemplari di cicogna nera, nibbio reale, gheppio, falco pellegrino, biancone e da una ricca vegetazione.
Entrambi nella lista dei Borghi più belli d’Italia, occupano ognuno la propria cima, uno di fronte all’altro, collegati da due lunghi cavi di acciaio che attraversano l’intero spazio aereo che li separa.
È il Volo dell’Angelo, la prima zip line realizzata in Italia nel 2006, composta da due voli: uno di andata e uno di ritorno. Quando si acquista il biglietto si sceglie se partire dalla stazione di Castelmezzano o da quella di Pietrapertosa. E ogni volo è un’emozione che si può vivere da soli o in coppia.
Imbragati e appesi in posizione orizzontale, ci si lancia in discesa libera a oltre cento chilometri all’ora di velocità a mille metri d’altezza. La traversata dura un minuto e poco più ed è un concentrato di adrenalina e di bellezza per gli occhi.
Trekking e vie ferrate
Chi preferisce stare con i piedi per terra trova in zona diversi percorsi trekking e vie ferrate alla portata di tutti.
L’antico Sentiero delle sette pietre è un percorso letterario di 4 km (che diventano sei se si vuole raggiungere il ponte nepalese) ispirato dai racconti contenuti nel testo Vito ballava con le streghe di Mimmo Sammartino.
Si snoda in cresta il Sentiero dei Giganti, il più panoramico delle Dolomiti Lucane, di media difficoltà. Dal borgo di Castelmezzano, passando per il Monte Maudoro, arriva alla Cima dell’Uva (4/5 ore circa di cammino, dislivello 600 metri).
Due vie ferrate collegano Castelmezzano a Pietrapertosa, entrambe attrezzate con cavi d’acciaio (ma serve un kit da ferrata per affrontarli in sicurezza).
Sul versante di Castelmezzano la Via Salemm, la più facile, è lunga 1,7 km con un dislivello di 250 mt. Mentre la Via Marcirosa si sviluppa sul versante di Pietrapertosa, ha una lunghezza di circa 1.778 metri e un dislivello di 330.
Castelmezzano, vista dalla piazza sulle piccole Dolomiti Lucane © Giulio Rossi
I borghi della provincia di Potenza
Castelmezzano
“La pietra di Castelmezzano parla”, dice la guida con tono appassionato, “È tenera e si lavora facilmente”. Sin dall’ingresso nel borgo si trovano esempi del suo utilizzo nel tempo.
Si entra a Castelmezzano da una galleria scavata nella roccia di arenaria. Un passo alla volta, nella piazza del piccolo centro storico la chiesa madre di Santa Maria dell’Olmo si affaccia sul grande balcone che guarda le Dolomiti Lucane. Durante i lavori di restauro, sul lato della chiesa che un tempo serviva da ingresso, è stato rinvenuto l’antico arco dei Templari. Altre decorazioni incise nella pietra testimoniano il passaggio dei Cavalieri: una rosa, due palme al contrario e in particolare la croce simbolo del martirio.
Procedendo per strette vie, i cosiddetti supportici, i tipici passaggi realizzati per collegare le vie principali con quelle secondarie, sono anch’essi stati scavati nella roccia. Chi abita in queste viuzze lascia l’uscio di casa aperto o attende seduto sul balcone il passaggio di un compaesano con cui scambiare un saluto.
Scalino dopo scalino si arriva ai ruderi del castello, forse di epoca normanna (le notizie sulle sue origini sono incerte). Oggi sono visibili una parte della cinta muraria, una cisterna per la raccolta delle acque meteoritiche e un’antica scalinata. È composta da 62 gradini scavati a uno a uno nella roccia, porta a un punto di vedetta strategico da dove era possibile sorvegliare tutta la vallata del fiume Basento.
L’appuntamento da non perdere a Castelmezzano è la Festa du Masc’, o “Sposalizio degli alberi”. Si tiene in occasione delle celebrazioni del patrono Sant’Antonio, la prima domenica di settembre.
Nel corso della processione un tronco di cerro trainato da coppie di buoi, U’ Masc’, il Maggio, l’albero sposo, e la Cima, a Cim’, un agrifoglio portato a spalla dai giovani del posto, vengono trasportati dal bosco fino al paese per essere uniti in matrimonio. Dopo la cerimonia nuziale la festa continua con canti e balli.
Pietrapertosa
Le scalelle, gradinate scalpellate nella roccia, sono l’anima di Pietrapertosa. L’esemplificazione della simbiosi tra il paese, i suoi abitanti e le rocce. Nella roccia di arenaria gli abitanti del borgo hanno costruito le loro case e tutt’ora vivono. Lo stesso nome, Pietrapertosa, viene dall’antica Petraperciata, “pietra forata”, una rupe bucata da parte a parte che domina il borgo.
Con i suoi 1.090 metri sul livello del mare, Pietrapertosa è il comune più alto della Basilicata. Una piccola fortezza naturale, stretta dall’abbraccio delle Dolomiti, che ha mantenuto nel tempo la sua fisionomia medievale.
Il nucleo di prima formazione del centro abitato attuale, la Rabata, antico nome saraceno, si conserva alle pendici del Castello. Ai margini del centro vale uno sguardo il convento di San Francesco d’Assisi, fondato nel 1474.
Acerenza
Il borgo di Acerenza risplende per due motivi. La Cattedrale, dedicata a Santa Maria Assunta e San Canio Vescovo, ricostruita dopo il terremoto del 1456 sui resti di una chiesa paleocristiana. Conserva due gioielli: un deambulatorio originale del 1080 e una cripta affrescata in si pensava fosse stato riposto il santo Graal.
Cripta nella Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio Vescovo ad Acerenza © Giulio Rossi
Inoltre, Acerenza si apprezza per i suoi belvedere a perdita d’occhio sulla campagna lucana. Su tutti quello della Torretta, da dove nelle giornate più limpide la vista spazia fino al golfo di Manfredonia.
Pietragalla
Immergersi tra i palmenti di Pietragalla è come fare un salto all’indietro nel tempo. In un passato in cui uomini operosi, probabilmente di bassa statura viste le dimensioni ristrette delle porticine di accesso, trovavano soluzioni ingegnose, in perfetta simbiosi con il territorio, per sopravvivere e garantirsi un sostentamento.
Il parco è costituito da un insieme di circa 200 costruzioni simili a degli igloo, ma scavati nella pietra. Il manto d’erba verde che li ricopre sulla sommità gli conferisce un aspetto fiabesco.
Al loro interno si trovano gli ambienti in cui le uve venivano pigiate e il mosto lasciato a fermentare in apposite vasche (i palmenti) prima di diventare vino.
Costruite a partire dal XIX secolo, queste singolari architetture rupestri hanno funzionato fino agli anni ’70. Dopo un periodo di abbandono, grazie a una recente ristrutturazione sono tornati alla luce a testimonianza di una tradizione e di un sapere locale da tutelare e tramandare.
La visita ai palmenti è gratuita. L’occasione per vederli e per vedere il borgo di Pietragalla in festa è ad agosto durante l’evento enogastronomico CantinArte, un percorso sensoriale attraverso il Parco urbano delle Cantine e dei Palmenti.
Pietragalla, Parco dei Palmenti © Giulio Rossi
Brindisi Montagna e lo spettacolo della Grancia
Visitato il borgo e il suo castello, a Brindisi Montagna si va per trascorrere una giornata al Parco della Grancia.
Nell’ampio teatro realizzato sul dorso della montagna va in scena per tutta l’estate (fino al 21 settembre) il cinespettacolo La Storia Bandita (per la regia di Gianpiero Francese), racconto in chiave moderna di una delle pagine più significative della storia della Basilicata: il brigantaggio.
Oltre 200 figuranti si alternano su un palco di 25mila metri quadri. A fare da contorno, 500 effetti pirotecnici, 400 fari teatrali e cinematografici, un impianto sonoro con 12 sorgenti, proiezioni di grandi immagini sulla roccia e su schermo d’acqua.
Ma il Parco della Grancia riserva anche altre sorprese. Nelle giornate di apertura si svolgono laboratori per bambini, spettacoli di burattini o di falconeria ed è attiva l’area del gusto con momenti di approfondimento e degustazione.
In scena nel Parco della Grancia, l’attore che interpreta Carmine Crocco © Giulio Rossi
Dormire nei pressi di un bosco magico
A Vaglio Basilicata, nei pressi di un bosco che al calar della sera si accende di luci intermittenti, non artificiali, prodotte da migliaia di minuscole lucciole, l’agriturismo La Dimora dei Cavalieri riceve i suoi ospiti come si fa in una grande famiglia.
Angelo e la moglie Carmela sono padroni di casa premurosi; la chef Rossella, sorella di Angelo, ama preparare antipasti appetitosi e primi piatti, a quali oltre alla tecnica aggiunge un ingrediente in più: la passione per la buona cucina di una volta. In sala lavorano i rispettivi figli mentre gli altri dipendenti sono ormai diventati membri della famiglia allargata Ricciuti.
Le otto stanze (doppie e triple) sono a due passi dal bosco magico e nei pressi della piscina c’è un piccolo appartamento autonomo.
Il ristorante è aperto anche agli esterni (a pranzo e a cena nel weekend, su prenotazione, e per piccoli eventi). Da provare, oltre alla sfilata di antipasti serviti a ruota libera uno dopo l’altro, la pasta ai tre pomodorini con pesto di rucola e granella di pistacchi. E per secondo, l’agnello bianco arragonato, ovvero “arrangiato con quello che c’è”: in crosta di patate e mollica di pane, se ce n’è, oppure solo (ma si fa per dire) arrostito in forno.
Link: https://viaggi.corriere.it/itinerari-e-luoghi/basilicata-borghi-da-vedere-potenza/